Al raggiungimento degli scopi dell’insegnare ad apprendere, dello sviluppo delle competenze cognitive degli studenti, del miglioramento degli schemi concettuali e della comprensione delle conoscenze devono concorrere anche atteggiamenti e pratiche valutative degli insegnanti.
La valutazione deve essere considerata non come un’attività esterna e posteriore ai processi di apprendimento, ma come una delle risorse della mediazione didattica, strumento per individuare la presenza dei prerequisiti richiesti o eventuali aspetti da dover riprendere per meglio consolidare i saperi (verifiche d'ingresso, in itinere e sommative).
Le pratiche valutative devono perciò: verificare che gli obiettivi siano stati conseguiti dagli allievi, potenziando in loro l’autovalutazione anche attraverso l’esplicitazione da parte dei docenti dei criteri di misurazione adottati; verificare gli stili cognitivi degli studenti, rilevare le risorse scarsamente sfruttate, utili al recupero, consolidamento e potenziamento delle abilità individuali. Individuare le origini delle difficoltà, le ragioni della mancanza di motivazione, le carenze di abilità operative, di abilità di studio.
Le pratiche sono dunque basate su prove a difficoltà graduata, poste al termine di ciascuna significativa unità didattica e sono coerenti con il lavoro svolto.
La valutazione è parte integrante e regolativa dell'opera educativa. Essa consiste nel "rilevare sistematicamente lo sviluppo negli alunni dei quadri di conoscenza e delle fondamentali abilità prescritte dai programmi didattici, prestando attenzione alla qualità dei processi attivati e dei progressi riscontrabili nella formazione della personalità". (art. 1, comma 3 dell'O.M. n. 236).
Sulla base delle acquisizioni della ricerca docimologica, alla valutazione si attribuisce, accanto alla funzione sommativa (o conclusiva), anche e soprattutto una funzione formativa: quest'ultima assume particolare rilevanza, in quanto segue, orienta e promuove, in itinere, i processi educativi, adeguando di volta in volta i percorsi didattici alle esigenze cognitive e socio-affettive degli alunni.
Nell'attività di valutazione, che avverrà attraverso l’attribuzione di voti numerici, i docenti adottano precise modalità di rilevazione, atte a garantire un adeguato grado di oggettività e di verificabilità. Essi in particolare procedono alla:
- raccolta sistematica e continua di informazioni sugli alunni;
- accertamento dei risultati in relazione alle competenze e ai contenuti dedotti dai programmi ministeriali e definiti nella programmazione didattica;
- formulazione collegiale delle valutazioni periodiche complessive;
- comunicazione delle valutazioni ai soggetti interessati (alunni, famiglie, scuola media);
- certificazione degli esiti conseguiti dagli alunni.
I docenti osservano, nell'iter del processo formativo, i comportamenti e le competenze di ciascun bambino in relazione ai seguenti indicatori:
- sviluppo dell’autonomia
- costruzione dell’identità
- sviluppo delle competenze di cittadinanza.
La valutazione avviene in itinere in tre momenti dell’anno scolastico: iniziale, intermedio e finale attraverso la stesura di schede di osservazione-valutazione.
Nella Scuola dell’Infanzia valutare significa conoscere e comprendere i livelli raggiunti da ciascun bambino per individuare i processi da promuovere al fine di favorirne la maturazione e lo sviluppo.
La valutazione è un processo indispensabile per riflettere sul contesto e sull’azione educativa, in una prospettiva di continua regolazione dell’attività didattica tenendo presenti i modi di essere, i ritmi di sviluppo e gli stili di apprendimento dei bambini.